I colori della pittura nel Medioevo
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Nel Medioevo, come nei periodi precedenti, i pittori per i loro lavori avevano a disposizione una gamma limitata di colori, spesso difficili da trovare o preparare, costosi e mutevoli nel tempo. Per comprendere meglio i dipinti di ogni epoca è quindi importante conoscerne anche la storia dei materiali, il valore, la psicologia ad essi legata, i simboli e le metafore che ne caratterizzavano l'uso.
In questo studio Cultor si avventura nel Medioevo per scoprirne i colori, dai pigmenti minerali ai coloranti organici, fino alle miscele elaborate nei laboratori degli alchimisti. |
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Ascensione di San Giovanni Evangelista, di Giovanni Del Ponte, 1410-20, National Gallery Londra. | |
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Il Medioevo fu un tempo di grandi innovazioni nella produzione del colore. La pittura stessa cambiò di pari passo con l'evoluzione della struttura sociale: da attività finalizzata alla decorazione quasi esclusivamente religiosa, divenne un mestiere praticato da membri di corporazioni per soddisfare le esigenze di committenti nobili o mercanti, che richiedevano una gamma più vasta di soggetti. Fu un periodo caratterizzato dal lento evolversi della società: il mistero e la magia, un mondo pervaso da forze spirituali in cui le immagini possedevano un potere reale, iniziano a cedere il passo al commercio, al primato dei traffici sulla religione, a una mentalità più pragmatica. L'evoluzione in atto cambiò anche l'alchimia, che pur mantenendo i simboli delle sue radici mistiche, si avvicinò così alla chimica moderna. Queste tendenze si realizzarono nei secoli successivi, con le forze del razionalismo che iniziarono a sfidare l'autorità della Chiesa e con gli artisti che trasformarono la loro attività in una disciplina secolare: non un lavoro sacro, ma un'arte liberale colta ed intellettuale. |
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