Cultor College





Estetica Zen
per design e fotografia

di Garr Reynolds

Garr Reynolds attualmente è Professore Associato di Management presso la Kansai
Gaidai University, di Osaka, in Giappone, dove insegna Marketing, Global Marketing, Design e Presentazioni multimediali.
Ex manager nelle Worldwide User Group Relations di Apple, nella Silicon Valley, Garr ha lavorato con Apple, seguendo i gruppi di utenti, negli Stati Uniti e Giappone, per approfondire le conosenze relative alle presentazioni multimediali al design informatico e alle nuove frontiere all'uso del software Mac.

Prima di entrare in Apple, Garr ha lavorato per la maggior parte degli anni '90 presso la sede della Sumitomo Electric a Osaka.

Sette principi estetici giapponesi per cambiare il tuo pensiero

In questo intervento breve ma illuminante (così come insegna nelle sue lezioni), Garr Reynolds propone un approccio diverso al Design e alla Fotografia, mediato dai precetti Zen. Una semplice ma folgorante serie di principi che possono diventare suggerimenti ispiranti per la creatività.





Confrontarsi con le idee estetiche della tradizione giapponese, nozioni che possono apparire estranee alla maggior parte di noi, è un buon esercizio di pensiero laterale, un termine coniato da Edward de Bono nel 1967.
Il “Lateral Thinking” serve per cambiare i concetti e le percezioni, in altre parole a vedere le cose da un altro punto di vista.
Pensare al design o alla fotografia esplorando i principi dell’estetica Zen può non essere un esempio di “pensiero laterale” in senso stretto, ma è un buon esercizio per renderci più flessibili aiutandoci a creae in modo diverso grafica e design nella nostra vita professionale quotidiana.

I principi dell’Estetica Zen che si trovano nell’arte del karesansui 枯山水, il giardino tradizionale giapponese, ad esempio, ci possono insegnare molte cose, anche se sono sconosciuti alla maggior parte delle persone.

I principi sono interconnessi e si sovrappongono, ma non è possibile semplicemente mettere le idee in scatole separate. Fortunatamente, Patrick Lennox Tierney ha elaborato questi concetti in alcuni brevi saggi. Qui di seguito sono elencati sette principi (ce ne sono di più) che governano l’estetica del giardino giapponese e altre forme d’arte in Giappone, che si possono applicare al design e alla fotografia.
Questo forse stimolerà la creatività o il pensare in modo nuovo relativamente ai problemi connessi alla creatività.

Garr Reynolds spiega le nuove frontiere del Design
a un seminario della Apple


Sette principi per cambiare la vostra percezione



























Kanso (简 素) Semplicità o l’eliminazione del disordine.
Le cose sono espresse in un modo semplice, piano e naturale. Ci ricorda di non pensare in termini di decorazione, ma in termini di chiarezza, una sorta di chiarezza, che può essere raggiunta attraverso l’omissione o l’esclusione del non essenziale.

Fukinsei (不均 整) Asimmetria o irregolarità.
L’idea di controllare l’equilibrio in una composizione tramite l’irregolarità e l’asimmetria è un principio centrale dell’estetica Zen. L’Enso ( “cerchio Zen”), per esempio, è spesso disegnato (col pennello) come un cerchio incompleto, a simboleggiare l’imperfezione che è parte dell’esistenza. Nel design grafico anche l’equilibrio asimmetrico è un processo dinamico positivo. Proviamo a cercare (o creare) la bellezza nell’asimmetria bilanciata. La natura stessa è piena di bellezza e relazioni armoniose che sono asimmetriche anche se equilibrate. Questa è una bellezza dinamica che attira e coinvolge.

Shibui / Shibumi (渋 味) La bellezza di essere sottovalutati, o di essere proprio quello che si doveva essere, senza elaborazioni. Un modo diretto e semplice, senza essere appariscente. Elegante semplicità e articolata brevità. Il termine è talvolta usato oggi per descrivere qualcosa di fresco ma splendidamente minimalista, comprese le tecnologie e alcuni prodotti di consumo. (Shibui letteralmente significa di gusto amaro).

Shizen (自然) Naturalezza. Assenza di finzione o artificiosità, pieno intento creativo non forzato. Per ironia della sorte, la natura spontanea del giardino giapponese che lo spettatore percepisce non è casuale. Questo ricorda che il design non è casuale, anche se stiamo cercando di creare la sensazione di un ambiente naturale. Non una natura grezza in quanto tale, ma con un obiettivo e un proposito.

Yugen (幽 玄) Suggestione o suggerimento, piuttosto che manifestazione.
Un giardino giapponese si può dire sia un insieme di sfumature e di elementi simbolici. Fotografi e designers possono certamente pensare a molti modi per implicare visivamente non mostrando il tutto, ma solo una parte .


Datsuzoku (脱俗) Libertà dall’abitudine o dalle formule.
Fuga dalla routine ordinaria e quotidiana. Trascendere il convenzionale. Questi principi descrivono la sensazione di sorpresa e di stupore quando ci si rende conto che ci si può liberare dal convenzionale. Il Professore Tierney dice che il giardino giapponese stesso, “... realizzato con le materie prime della natura e il suo successo nel rivelare l’essenza delle cose naturali per noi è una scoperta sorprendente. Molte sorprese vi aspettano quasi ad ogni angolo di un giardino giapponese. “

Seijaku (静寂) Posizione tranquilla o di calma tensione, silenzio, solitudine.
Questo è legato alla sensazione che si può avere in un giardino giapponese. La sensazione opposta sarebbe di rumore e disturbo. Come possiamo portare un senso di “calma attiva” e di quiete negli effimeri modelli al di fuori delle arti Zen?