Introduzione al Simbolismo nel Buddhismo
Molti simboli Buddhisti devono essere considerati nell’ambito della cultura delle popolazioni che li hanno prodotti. Molti dei simboli originali, ad esempio, risalgono all'India antica e possono essere trovati anche nell’iconografia induista, anche se con significati leggermente diversi.
Il Buddha storico visse intorno al VI secolo aC, ma i primi artefatti buddhisti risalgono al III secolo aC. Nelle Scritture, si dice che il Buddha di tanto in tanto ha usato delle immagini come la 'Ruota della Vita' per illustrare i suoi insegnamenti.
Le prime testimonianze archeologiche, per lo piu’ di sculture in pietra ornamentale, provengono dal periodo dell’imperatore Asoka (273-232 aC), che si converti’ al Buddhismo e ne fece una religione popolare in India e nei paesi confinanti.
Nel secondo secolo aC si iniziarono a scavare monasteri Buddhisti nella roccia, creando una grande quantita’ di opere d'arte in grado di resistere nei secoli. Probabilmente il monumento buddhista piu’ antico e tipico e’ la stupa.
La prima imagine del Buddha apparve intorno al primo secolo aC, quindi fino ad allora l'opera d'arte e’ stata in gran parte di natura simbolica.
Con la comparsa del Tantra Buddhista intorno al 6° secolo, fiori’ una nuova generazione di opere d'arte ricche di simbolismo, in quanto l'immaginazione e la visualizzazione diventarono tecniche determinanti nelle pratiche di meditazione. Da questo momento vegono raffigurati un pantheon di divinita’ e entita’ protrettrici, insieme ad una vasta collezione di oggetti simbolici, come il Vajra, la campana, il mandala, ecc.
Questa tradizione si e’ conservata soprattutto nel 'Buddhismo tibetano', e in parte nella tradizione giapponese Shingon.
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Simboli del Buddha
Si dice che il Buddha fosse riluttante ad accettare le sue immagini, in quanto non voleva essere venerato.
Per simboleggiare il Buddha le prime espressioni dell'arte usarono principalmente la Ruota dagli otto raggi e l'albero del Bodhi, ma vennero utilizzati anche le orme del Buddha, un trono vuoto, una ciotola per l'elemosina e un Leone.
La ruota del Dharma a otto raggi o 'Dharmachakra' (sanscrito) simboleggia il Buddha chef a girare la ruota della verita’ o della legge (Dharma = verita’ / diritto, chakra = ruota).
La ruota si riferisce alla storia secondo cui, poco dopo che il Buddha raggiunse l'illuminazione, Brahma discese dal cielo per chiedergli di insegnare, offrendogli un Dharmachakra.
Il Buddha e’ conosciuto come colui che gira la ruota: colui che stabilisce un nuovo ciclo di insegnamenti in movimento e di conseguenza cambia il corso del destino.
Il Dharmachakra ha otto raggi, simbolo degli otto nobili sentieri (Cammino della saggezza: 1 la Retta Comprensione, 2 il Retto Pensiero; Cammino della moralità: 3 la Retta Parola, 4 la Retta Azione, 5 la Retta Condotta di Vita; Cammino della disciplina mentale (o della meditazione buddhista): 6 il Retto Sforzo, 7 la Retta Consapevolezza, 8 la Retta Concentrazione).
I tre segmenti al centro rappresentano il Buddha, il Dharma (gli insegnamenti) e il Sangha (la comunita’ spirituale).
La ruota puo’ anche essere divisa in tre parti, ognuna delle quali rappresenta un aspetto della pratica Buddhista, il mozzo (disciplina), i raggi (saggezza), e il cerchio (concentrazione).
L'albero del Bodhi si riferisce all'albero sotto cui il Buddha raggiunse l'illuminazione.
Il culto dell’albero era gia’ parte della cultura Indiana precedente, cosi’ lo sviluppo del Bodhi, come simbolo devozionale, e’ stato uno sviluppo naturale.
Dopo aver girato la campagna per circa sei anni, il Buddha finalmente si fermo’ a riposare in un bosco vicino al fiume Naranjara, non lontano dalla moderna Bodhgaya. Seduto sotto un albero del Bodhi, praticando la meditazione, e’ riuscito a concretizzare la sua vera natura. I sette giorni seguenti li passo’ sotto l'albero sperimentando la gioia della liberta’ e contemplando l’estensione della sua nuova comprensione.
La storia prosegue poi mettendo in relazione altri quattro periodi di sette giorni, ognuno passato sotto un albero diverso - il Banyan, il Mucalinda e l'albero Rajayatana, quindi ancora una volta il Banyan. Ognuna di queste situazioni ha la sua ben nota vicenda che lo spazio qui non consente di riportare. L'albero dell’illuminazione e’ chiamato, in latino, Ficus religiosa o albero sacro. I Buddhisti generalmente lo chiamano Bodhi, o albero Bo. Bodhi e’ la parola in lingua Pali e in Sanscrito per illuminazione. A Bodhgaya vi e’ ancora oggi un albero che discende da quello originale e alberi Bodhi si trovano comunemente in tutti i centri Buddhisti ovunque nel mondo. "
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L'albero del Bodhi a Bodhgaya
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Il Trono
Il Trono e’ un riferimento alla discendenza regale di Siddharta Gautama, all'idea della regalita’ spirituale, e all'illuminazione come sovrana del mondo spirituale. Le antiche sculture in pietra mostrano il Dharmachakra e il Bodhitree in cima al trono. A volte la base del trono e’ decorato con altri simboli, come leoni e cervi, entrambi associati con gli insegnamenti del Buddha.
Il Leone e’ uno dei simboli piu’ potenti del buddhismo. Tradizionalmente, il leone e’ associato con regalita’, forza e potenza. E 'quindi un simbolo appropriato per il Buddha, che la tradizione vuole fosse un principe reale. I suoi insegnamenti a volte sono indicati come il “Ruggito del Leone”, per sottolineare ancora una volta la loro forza e potenza.
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I Leoni di Sarnath. Sarnath e’ il luogo dove Buddha inizio’ a predicare e questi leoni echeggiano i suoi insegnamenti ai quattro angoli del mondo. Per questo e' conosciuto anche come il "Ruggito dei Leoni". La ruota simboleggia la legge Buddhista e anche la legittimita’ di Asoka, come un sovrano illuminato.
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Soprattutto nell’arte buddhista tibetana, i leoni sono spesso raffigurati sul trono dove siede il Buddha, ma questi sono Leoni della neve (creature mitiche), e che in realta’ rappresentano gli otto Bodhisattva principali.
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Le orme del Buddha tradizionalmente simboleggiano la presenza fisica dell’ Illuminato. Questa immagine e’ incisa su un’antica pietra a Bodh Gaya, in India, il sito di illuminazione del Buddha."
La storia racconta che prima della sua morte il Buddha ha lasciato l’impronta di piede su una pietra vicino Kusinara,come ricordo della sua presenza sulla terra.
Queste impronte spesso sono decorate con ruote Dharma e altri segni di buon auspicio, come svastiche e fiori di loto.
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La ciotola per le elemosine si riferisce alla storia secondo cui prima che il Buddha raggiungesse l'illuminazione, una giovane donna di nome Sujata gli offri’ una scodella di latte di riso. In quel momento, stava praticando austerita’ mangiando molto poco, ma si rese conto in quel momento che avrebbe avuto bisogno di avere piu’ forza per le fasi finali per l'illuminazione, e il digiuno avrebbe solo ridotto ulteriormente la sua energia. Dopo aver raggiunto l'illuminazione, si dice che abbia buttato via quel poco che era rimasto nella ciotola per significare la rinuncia di tutti i beni materiali.
Trovare la via di mezzo tra austerita’ e l'attaccamento alla vita completa e’ un principio importante del Buddhismo.
La ciotola simboleggia anche il tipo di vita del monaco, che ogni mattina vive di quello che la gente gli dona.
Quello che sembra uno sviluppo posteriore e’ la rappresentazione degli occhi del Buddha (in particolare su una stupa), come spesso si vede in Nepal. Appaiono in tutte e quattro le direzioni, e rappresentano la mente onnisciente di un Buddha.
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I tre preziosi gioielli o Triplice Gemma
Il centro del Buddhismo e’ costituito da tre pilastri: il Buddha, il Dharma (gli insegnamenti) e il Sangha (monaci e monache), simbolizzati dai tre gioielli. In parole povere, si potrebbe dire che senza il Buddha storico Shakyamuni non ci sarebbe stato alcun Dharma Buddhista, ne’ Sangha. Senza il suo insegnamento, il Buddha non avrebbe fatto molta differenza e anche la comunita’ spirituale, non sarebbe esistita. Senza il Sangha, la tradizione non sarebbe mai stata trasmessa attraverso i secoli. Il Buddha sarebbe stato 'solo' una figura storica e i suoi insegnamenti sarebbero stati 'semplici' libri.
Cervi e Dharmachakra
I cervi sono un riferimento diretto al primo insegnamento del Buddha appunto nel parco dei cervi a Sarnath, chiamato anche Dharmachakra Parivartan. La suggestione e’ che l'aspetto mirabile del Buddha e la sua presenza talmente pacifica indussero anche gli animali ad accorrere e ascoltare. Nella tradizione tibetana, un monastero che custodisce le collezioni di testi Kangyur e Tengyur dovrebbe avere (sul tetto) questo simbolo del cervo su entrambi i lati della ruota del Dharma.

Stupa
La Stupa in genere rappresenta la mente illuminata del Buddha. Sono state costruite fin dai primi tempi del Buddhismo. Uno dei significati simbolici e’ che rappresentano i cinque elementi: la base quadrata rappresenta la terra, la cupola rotonda e’ l'acqua, la forma di cono e’ il fuoco, il baldacchino e’ l'aria e il volume della stupa e’ lo spazio. Queste costruzioni sono spesso sono utilizzate per conservare le reliquie di importanti maestri.
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Offerte
Fare offerte e’ una pratica molto comune in Oriente. Ogni offerta ha un significato preciso, per esempio: offrire la luce significa voler dissipare le tenebre della propria ignoranza, oppure offrire incenso simboleggia il voler migliorare il comportamento etico. Offrire e’ considerato un buon allenamento contro l'avidita’ e l'attaccamento.
In Tibet le offerte sono spesso costituite da piccole ciotole piene di acqua che simboleggia l'offerta di acqua per bere e lavarsi, fiori, incenso, luce, profumi e prodotti alimentari. Questo si ricollega all'antica tradizione di come deve essere ricevuto un ospite molto importante.
Le otto offerte:
Offrire acqua per pulire la bocca o faccia: significa buon auspicio o tutte le cause e condizioni che portano effetti positivi. Quindi, fare un'offerta d'acqua che e’ pulita, fresca, leggera, deliziosa, confortevole per la gola e lo stomaco significa augurare tutte queste buone qualita’.
Offrire l'acqua per lavare i piedi: L'acqua chiara, mescolata, con l'incenso o il sandalo e’ usata come offerta per lavare i piedi a tutti gli esseri illuminati '. Il significato simbolico e’ di depurazione. Mediante la pulizia dei piedi degli esseri illuminati, si purifichera’ tutto il nostro karma negativo e le negativita’. Fare offerte per pulire i piedi degli esseri illuminati, equivale simbolicamente a fare “pulizia ai piedi" della nostra mente.
Offrire fiori: significa generosita’ e apertura di cuore.
Offrire incenso simboleggia etica morale o e disciplina.
Offrire la luce significa stabilita’ e la chiarezza della pazienza e della bellezza che dissipa tutta l’ignoranza.
Secondo il venerabile Norlha Rinpoche: "E 'ottimo anche offrire le lampade che bruciano burro, candele o altra luce, perche’ l'atto di offrire questa luce simboleggia il fatto che bruciamo le nostre afflizioni mentali: desiderio, aggressivita’, avidita’, gelosia, orgoglio e cosi’ via. Un’altra parte del simbolismo rappresentato da queste lampade e’ che e’ un modo per bruciare le nostre malattie ".
"L'offerta di lampade a burro e’ una delle offerte piu’ potenti, perche’ la loro luce simboleggia la saggezza. Proprio come una lampada dissipa le tenebre, offrire la luce di una lampada a burro e’ una metafora per rimuovere le tenebre dell'ignoranza, al fine di raggiungere la luminosa chiara saggezza del Buddha. L'offerta della lampada e’ un sacrificio al senso della vista del Buddha. Poiche’ gli occhi del Buddha sono occhi della saggezza, non sono oscurati dal buio delle due contaminazioni emotive. Poiche’ il Buddha non ha desiderio di offerte, noi facciamo queste offerte con lo scopo di accumulare meriti e saggezza. Con la potenza di questo accumulo, siamo in grado di rimuovere la cataratta dagli occhi della nostra ignoranza, al fine di ottenere la suprema saggezza degli occhi luminosi del Buddha. Quando offriamo la luce, i risultati sono la realizzazione di fenomeni di saggezza in questa vita, il chiarimento della mente dualistica e la risoluzione della confusione, la realizzazione di chiara luce nel bar-do (zona intermedia tra la morte e la successive reincarnazione) e l'aumento di saggezza in ogni ciclo di vita fino al raggiungimento definitivo dell'illuminazione.
Tradizionalmente, le lampade a burro sono offerte anche come una dedica ai morti, al fine di guidarli attraverso il bar-do con la luce della saggezza. Possiamo pregare che questa luce guidi gli esseri dei sei reami, togliendo loro gli oscuramenti in modo che possano risvegliare la loro natura, la vera sapienza".
Lama Tharchin Rinpoche
Offrire profumo o essenze di zafferano o di legno di sandalo: significa sforzo gioioso e perseveranza. Attraverso una di queste qualita’, si sviluppano tutte le altre qualita’ dell’illuminazione.
Offrire cibo, che ha molti gusti diversi significa samadhi, che e’ un nettare (o ambrosia) per nutrire la mente.
Offrire strumenti musicali: ci sono diversi tipi di strumenti - cimbali, campane, chitarre, liuti. La loro natura e’ la sapienza che fa un'offerta alle orecchie del Buddha e dei Bodhisattvas e di tutti gli esseri illuminati. Il suono rappresenta la saggezza, perche’ la saggezza e’ uno speciale potere della mente che penetra nei fenomeni. La compassione e’ raggiunta attraverso la grande saggezza; l’interdipendenza di tutti i fenomeni si realizza attraverso la grande saggezza. Naturalmente tutti i fenomeni hanno il carattere di interdipendenza, le cause e le condizioni, ma il suono e’ particolarmente facile da capire.
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Gli Otto portatori di buona fortuna per sostenere gli sforzi del praticante nel raggiungere l'illuminazione. Ognuno di questi rappresenta anche un aspetto degli Otto Nobili sentieri:
Lo Specchio rappresenta Dharmakaya ovvero la Verita’ del Corpo del Buddha con gli aspetti di purezza (uno specchio e’ libero da ogni inquinamento) e la saggezza (uno specchio riflette tutti i fenomeni, senza distinzioni). Rappresenta il retto pensiero.
Latticini - come questo alimento bianco, di grande valore, e’ il risultato di un lungo processo, in modo evidente la natura della mente si rivela con la pratica nel corso del tempo, con la dissoluzione delle contaminazioni. Rappresenta la Retta condotta di vita (nella sua produzione nessun animale e’ leso).
Erba Durva e’ molto resistente ed e’ un simbolo di lunga vita. Questo e’ considerato benefico perché uno ha bisogno di tempo per fare pratica e raggiungere l'illuminazione. Rappresenta il Retto Sforzo.
La Mela in legno o frutta Bilva e’ l'offerta che ricorda al praticante il vuoto e la natura condizionata di tutti i fenomeni in termini di originazione dipendente. Non si sa perche’ per questa simbologia sia stato scelto il frutto bilva. Rappresenta la Retta Azione
La Conchiglia arrotolata a destra rappresenta il desiderio che gli insegnamenti Buddhisti siano diffusi in tutte le direzioni come i suoni emessi quando quest’oggetto e’ utilizzato come un corno. Rappresenta la Retta Parola.
Vermilion / Cinabro, sono polveri rosse costituite da solfuro di mercurio. Nel Buddhismo tantrico il rosso rappresenta il controllo. Cosi’ questa offerta simboleggia il controllo sulle proprie capacita’ che deve essere messo in atto per ottenere l'illuminazione. Rappresenta la Retta Concentrazione.
Semi di senape Bianca: si riferiscono alla risposta del Buddha a una donna che veniva a lui, sconvolta per la perdita del suo bambino. Le disse di raccogliere un granello di senape (al tempo comune come il sale o il pepe) da ogni casa che non avesse avuto un lutto. Quando torno’ a mani vuote, ebbe la conferma di non essere sola nel suo dolore e che la morte e’ una parte inevitabile della vita. Rappresenta la Retta Comprensione. I semi di senape sono anche usati in molti rituali per espellere i demoni. Quindi simboleggiano anche l’uso della collera per superare gli ostacoli.
La Preziosa Medicina “ghi-wang”, e’ un calmante e un ricostituente ottenuto dai calcoli biliari di bovini o elefanti. La capacita’ della sostanza di far fronte alla sofferenza fisica simboleggia che proprio la sofferenza e’ parte della pratica del Dharma. Rappresenta la Retta Consapevolezza, che agisce come un antidoto alla malattia dell’ignoranza e alla sofferenza che essa provoca.
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Le Cinque Qualita’ del Godimento sono utilizzate anche come offerte, poiche' quando entrano in contatto con i nostri sensi, danno luogo alle conseguenze negative di attaccamento e desiderio:
Lo specchio e’ un simbolo della forma visiva.
Il liuto simboleggia suono.
L'incensiere rappresenta l'olfatto.
La frutta si riferisce al gusto.
La seta al tatto.
Nell'offerta di queste qualita’, si medita sulla loro natura e sull'intenzione di abbandonare il desiderio.
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I Sette Gioielli del potere reale
Le sette gemme del Potere Reale sono gli accessori del monarca universale (Chakravartin in Sanscrito). Rappresentano diverse abilita’ o gli aiuti che un re deve avere per poter rimanere al potere e possono essere simbolicamente offerti al Buddha. Questi sette oggetti collettivamente sono simbolo del potere secolare. Danno la conoscenza, le risorse e il potere del legislatore.
Nell'interpretazione Buddhista viene delineato un paragone tra la legge esteriore di un re e il potere spirituale di un praticante. Per il praticante spirituale i Sette Gioielli rappresentano la saggezza senza limiti, le risorse spirituali inesauribili e l’invincibile potere su tutti gli ostacoli interni ed esterni.
Questi sette gioielli si possono trovare anche nel lungo rituale dell’offerta del mandala.
Preziosa Regina, rappresenta il polo femminile, dove la Chakravartin e’ l'aspetto maschile. Coloro che lavorano per abbandonare gli stati mentali negativi vedono in lei come una madre o sorella. La sua bellezza e l'amore per il marito sono rappresentativi della radiante e penetrante gioia di illuminazione del Buddha.
Prezioso Generale simboleggia il potere collerico per superare i nemici.
Prezioso Cavallo e’ in grado di viaggiare tra le nuvole ed e’ specchio dell'allontamanento del Buddha dall'esistenza terrena, o "dell’elevarsi al di sopra (dell'esistenza terrena)".
Prezioso Gioiello che a volte e’ raffigurato sul dorso del cavallo prezioso, si occupa dei temi della ricchezza e di realizzazione (potenza e possibilita’). Si dice che il gioiello aiuti Chakravartin (Colui che gira la ruota del Dharma o Re Buddhista) nella sua capacita’ di vedere tutte le cose, come una sfera di cristallo. Allo stesso modo, un Buddha e’ in grado di percepire tutte le cose, riconoscendo le connessioni tra tutti gli eventi, la catena inarrestabile di causa ed effetto, e la natura gravosa dell'esistenza. Il gioiello puo’ anche simboleggiare un “Gioiello che esaudisce i desideri”, un gioiello mitico che soddisfa tutti i desideri.
Il Prezioso Ministro o il Padrone di Casa rappresenta due aspetti diversi della legge del Chakravartin che sono strettamente connessi. Il ministro aiuta lo Chakravartin nel realizzare i suoi comandi in tempi brevi, mentre il padrone di casa fornisce il supporto di base. La saggezza del Buddha, come il ministro, e’ sempre presente a chi ha capito, consentendogli di tagliare i legami dell’ignoranza. Mentre il padrone di casa rappresenta il sostegno della comunita’ laica, senza la quale la comunita’ monastica non potrebbe continuare.
Il Prezioso Elefante e’ un simbolo della forza della mente nel Buddhismo. Dimostrando nobile dolcezza, il prezioso elefante serve come un simbolo della calma maesta’ di colui che e’ sul sentiero dell’Illuminazione. In particolare incarna il potere sconfinato del Buddha, che comprende miracolosa aspirazione, lo sforzo, l'intenzione e l'analisi. L'immagine a sinistra e’ eloquente: una stupa, simbolica della mente di un Buddha, con la base sorretta da forti elefanti.
Preziosa Ruota, talvolta raffigurato sul dorso del prezioso elefante, e’ la stessa del Dharmachakra, o della Ruota della Verita’.
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Gli otto simboli di buon auspicio
Questo insieme di simboli e’ molto popolare in Tibet, ma e’ anche conosciuto in Sanscrito come 'Ashtamangala', Ashta significa otto e Mangala auspicio.
Ombrello o Parasola (chhatra) simboleggia ricchezza o regalita', in quanto per possederlo e pagare uno che lo reggesse uno doveva necessariamente essere ricco. Simboleggia la "serenita' regale" e la potenza che si sperimentano mettendo in atto il distacco Buddhista. Inoltre il suo uso quotidiano simboleggia anche protezione dal male, dalle forze oscure e godimento dei risultati sotto la sua fresca ombra.
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l Pesci d’Oro (matsya) erano originariamente simbolo dei fiumi Gange e Yamuna, 
ma in seguito, per gli indu’, giainisti e Buddhisti, sono stati usati come rappresentazione della fortuna in generale. Nel Buddhismo e’ anche il simbolo del fatto che gli esseri viventi che praticano il Dharma non devono avere paura di annegare nel mare di sofferenza, e possono liberamente migrare (scegliere la loro reincarnazione) come pesci nel mare.
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Il Vaso del tesoro (bumpa) e’ un segno delle inesauribili ricchezze disponibili negli insegnamenti Buddhisti, ma e’ anche il simbolo di lunga vita, prosperita', e di tutti i vantaggi di questo mondo. (Vi e’ anche una pratica che coinvolge l'interramento o lo stoccaggio di questi vasi per propiziare prosperita' a Monasteri o per centri d'insegnamento).
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Il loto (padma) e’ un simbolo molto importante in India e del Buddhismo.
Si riferisce alla completa purificazione del corpo, della parola e della mente. Il loto si riferisce a molti aspetti del sentiero, in quanto cresce dal fango (samsara), attraverso l'acqua fangosa appare pulito sulla superficie (di depurazione), e produce, infine, un bel fiore (illuminazione). Il fiore bianco rappresenta la purezza, la radice sta per la pratica degli insegnamenti Buddhisti che sollevano la mente al di sopra del fango dell'esistenza terrena, e da luogo alla purezza d'animo.
Un fiore aperto significa la piena illuminazione, un fiore chiuso indica il potenziale per l'illuminazione.
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Il loto non cresce in Tibet cosi' l'arte tibetana ne riproduce solo versioni stilizzate. Nondimeno, e’ uno dei motivi piu' utilizzati nel Buddhismo dal momento che ogni divinita’ importante e’ associata in qualche modo con il loto, o raffigurata seduta su questo fiore o tenendone uno tra le mani
Le radici di un loto sono nel fango, lo stelo cresce attraverso l'acqua, e il fiore riccamente profumato si trova sopra l'acqua, crogiolandosi al sole. Questo modello di crescita significa il progresso dell'anima dal fango primordiale del materialismo, attraverso le acque dell'esperienza, e sotto il sole dell'illuminazione. Anche se ci sono altre piante acquatiche che fioriscono sopra l'acqua, e’ solo il loto che, a causa della forza del suo stelo, aumenta regolarmente da otto a dodici centimetri sopra la superficie.
Cosi’ dice il Lalitavistara: 'Lo spirito del migliore degli uomini e’ senza macchia, come il loto che in acqua fangosa non aderisce ad essa.' Secondo un altro studioso, 'nel Buddhismo esoterico, il cuore degli esseri e’ come un loto chiuso: i fiori di loto fioriscono cosi' come si sviluppano le virtu' del Buddha. Proprio per questo in molte raffigurazioni il Buddha e' seduto su un fiore di loto'.
Significativamente il colore del loto ha anche un forte influsso sulla simbologia ad esso associata:
1). Loto Bianco (Pundarika in Sanscrito, Tib. Pad MA dkar PO): rappresenta lo stato di perfezione spirituale e della totale purezza mentale (bodhi). E' associato a Tara Bianca (immagine a sinistra) e proclama la sua natura perfetta, una qualita’ che e’ rafforzata dal colore del suo corpo.
2). Loto Rosso (kamala in Sanscrito; Tib: pad ma Chu skyes): simboleggia la natura originaria e la purezza del cuore (hrdya). E' il loto dell'amore, compassione, passione e tutte le altre qualita’ del cuore. E’ il fiore di Avalokiteshvara, il Bodhisattva della compassione.
3). Loto Blu (utpala in Sanscrito, Tib. Ut pa la): e’ un simbolo della vittoria dello spirito sopra i sensi, e significa la sapienza della conoscenza. E’ il fiore preferito di Manjusri, il bodhisattva della saggezza.
4). Loto Rosa (Padma in Sanscrito; Tib. Pad MA dmar PO): Questo e' il loto supremo, generalmente riservato per la divinita’ piu’ alta. Cosi’, naturalmente, e’ associato con il Grande Buddha stesso.
Teoh Eng Soon, nel suo libro “Il Loto nell’arte buddhista dell'India”, individua la prima apparizione del loto nell’arte Buddhista nelle colonne costruite da Asoka nel 3 ° secolo aC. Tuttavia, il loto si trova spesso nei primi testi buddhisti.
La conchiglia (Shankha), che e’ anche usata come un corno, simbolo della profondita' e della vasta portata del suono melodioso degli insegnamenti, che sono adatti a tutti i discepoli e li risvegliano dal sonno dell'ignoranza per realizzare il benessere di tutti gli esseri '.
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Il Nodo senza fine (shrivatsa) e’ uno schema geometrico che simboleggia la natura
della realta’, dove tutto e’ interconnesso ed esiste solo come parte di una rete di karma (azioni) e dei suoi effetti. Non avere ne' inizio ne' fine, rappresenta anche l'infinita saggezza del Buddha, e l'unione di compassione e saggezza. Inoltre rappresenta il carattere illusorio del tempo.
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La Bandiera della Vittoria (dhvaja) simboleggia la vittoria degli insegnamenti del Buddha sulla morte, l'ignoranza, la disarmonia e la vittoria su tutte le negativita’ di questo mondo. I tetti dei monasteri tibetani sono spesso decorati con bandiere vittoria di diverse forme e dimensioni. |

La Ruota del Dharma (Dharmachakra), si dice che dopo che Siddharta Gautama raggiunse l'illuminazione, Brahma venne a lui, offrendo una Ruota del Dharma per chiedere al Buddha di insegnare. Essa rappresenta la dottrina buddhista (vedi sopra).
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La bandiera Buddhista
Un simbolo molto piu’ recente e’ la bandiera Buddhista. Venne ideata nel 1880 dal colonnello Henry Steele Olcott, giornalista americano. La prima volta venne issata nel 1885 nello Sri Lanka ed e’ un simbolo di fede e di pace, attualmente usato in tutto il mondo per rappresentare il Buddhismo.
I cinque colori della bandiera rappresentano i colori dell’aura che emanava dal corpo del Buddha quando consegui’ l'Illuminazione.
Amorevole gentilezza, pace e compassione universale
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La Via di Mezzo - evitare gli estremi, il vuoto
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Benedizioni di prassi - il conseguimento, la saggezza, la virtu’, la fortuna e la dignita’
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Purezza del Dharma che porta alla liberazione, al di fuori del tempo o dello spazio
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L'Insegnamento del Buddha - La Saggezza
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La Svastica
La svastica e’ un noto simbolo di buona fortuna dell'India. Purtroppo in occidente ha una tragica fama, in quanto i nazisti lo scelsero come loro simbolo. In sanscrito, significa "favorevole al benessere". Nella tradizione Buddhista, la svastica simboleggia i piedi o le impronte del Buddha ed e’ spesso usato per indicare l'inizio dei testi. Il Buddhismo tibetano moderno lo usa come decorazione nell'abbigliamento. Con il diffondersi del Buddhismo e' stato adottato anche dalla iconografia della Cina e del Giappone, dove e’ stato usato per indicare la pluralita’, l'abbondanza, la prosperita’ e lunga vita.
In India, gli indu' utilizzano la svastica per segnare le pagine di apertura dei libri contabili, le soglie delle porte e le offerte. La svastica sulla mano destra e' un simbolo solare, sulla sinistra rappresenta la dea Kali e la magia. Nel Janismo e' l' emblema del loro settimo Tirthankara. Altri usi del simbolo: in Mesopotamia e' stata usata sulle monete, in Scandinavia come simbolo del martello del dio Thor. Nella prima arte cristiana e' stata chiamata la croce gammadion perche' e' composta da quattro gamma. Si trova anche nell'arte Maya e Navajo.
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Montagne
Ci sono due montagne chiave nella simbologia Buddhista. La prima e’ la "Cima dell'Avvoltoio", (raffigurata a sinistra) nel nord dell'India, dove il Buddha si dice che abbia pronunciato una serie di sermoni. "Cima dell'Avvoltoio" ha un significato particolare nel Buddhismo Mahayana in quanto uno dei suoi testi principali, il Sutra del Loto, pare sia stato redatto proprio a seguito dei sermoni pronunciati su quella montagna [anche il Sutra del Cuore, un altro testo molto importante e' stato realizzzato in questo luogo].
La seconda montagna appartiene alla cosmologia Buddhista ed e’ conosciuto come il Monte Meru, il centro mitologico dell'universo Buddhista e il collegamento tra gli inferi sotterranei e i paradisi superiori.
In Cina, ci sono le cosiddette quattro montagne sacre (da non confondere con le cinque montagne sacre del taoismo). Sono:
* Pu Tuo Shan, montagna Buddhista a est, provincia di Zhejiang, 284 metri. Sacro a Bodhisattva Kuan-Yin.
* Wu Tai Shan, montagna Buddhista a Nord, provincia di Shanxi, 3.061 metri. Sacro a Bodhisattva Manjushri.
* Emei Shan, montagna Buddhista a ovest, provincia di Sichuan, 3099 metri. Sacro a Bodhisattva Samantabhadra.
* Jiu Hua Shan, montagna Buddhista a Sud, provincia di Anhui, 1341 metri. Sacro a Bodhisattva Kshitigarbha.
In Tibet, i 6.600 metri del monte Kailash sono spesso identificati come la montagna degli dei, e anche monte Meru (l'asse dell'universo) con la sua forma piramidale.
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I Quattro Re Guardiani (Sanscrito: Lokapala, letteralmente "I Guardiani del Mondo")
I Quattro Re Guardiani sono i protettori delle quattro direzioni cardinali e quasi sempre si trovano all'ingresso di monasteri e templi. Ognuno di essi ha due mani e sono vestiti con le armature ornate e l'abbigliamento di un re guerriero. Possono essere rappresentati sia seduti che in piedi.
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Dhritarashtra, il re d'Oriente di colore bianco suona un liuto.
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Virudhaka, il Re del Sud di colore blu,porta una spada e un fodero.
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Virupaksha, il re dell'ovest. Di colore rosso regge una piccola stupa nella mano destra e un serpente nella sua sinistra.
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Vaishravana, il re del Nord di colore giallo, porta una bandiera della vittoria nella mano destra e una mangusta che vomita gioielli nella sua sinistra.
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