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Un'antica tradizione tantrica

Mandala di sabbia


In queso articolo pubblicato in collaborazione con la rivista inglese openDemocracy presentiamo la realizzazione di un Mandala di sabbia, tradizionale rituale tantrico effettuato all'Asia House di Londra.

Le immagini sono del fotogafo Adrian Oxbow che ne detiene i diritti riservati.


Di tutte le tradizioni artistiche del Buddhismo tantrico, la realizzazione di Mandala con la sabbia colorata è uno dei più spettacolari. Assistere alla lavorazione di uno di questi capolavori è un'esperienza indimenticabile.

Nelle foto di questa pagina vediamo il lavoro effettuato dai monaci tibetani del monastero di Tashi Lhunpo, sede del Panchen Lama, che dopo un lavoro di circa una settimana, alla Asia House di Londra, secondo la tradizione, hanno distrutto la loro opera, a sottolineare l'impermanenza delle cose umane.

Un Mandala di questo tipo è come un quadro, coloratissimo e perfetto in ogni minimo dettaglio, il tutto composto con milioni di granelli di sabbia che vengono minuziosamente collocati nelle posizione tradizionali utilizzando sottili tubi cavi chiamati Chak-purs, attraverso i quali la sabbia è inserita con estrema precisione nel disegno.






Un particolare raffigurato mette in risalto i colori di questo Mandala.

Questa arte in Tibet è chiamata dul-kyil-tson-Khor, che letteralmente significa "mandala di polveri colorate". Milioni di granelli di sabbia sono accuratamente collocati in una superficie piana, su un disegno predefinito costituito da una iconografia tradizionale con forme geometriche e una moltitudine di antichi simboli spirituali.

Storicamente, il Mandala non veniva creato con sabbia naturale, colorata, ma con granuli di pietrisco, di diversi colori, frantumato. Nella versione moderna a volte semplici granuli di pietrisco bianco sono tinti con inchiostri opachi per ottenere lo stesso effetto. Oltre alla sabbia colorata naturalmente si usa anche gesso tritato (bianco), giallo ocra, in arenaria rossa, carbone di legna, e una miscela di carbone e gesso (blu). Mescolando rosso e nero si ottiene il marrone, col bianco e il rosso si ha il rosa. Altri coloranti sono farina di granoturco, polline dei fiori, o radici in polvere e corteccia.
Prima di inserire la sabbia i monaci-artisti disegnano le trama delle figure sulla superficie di lavoro. Quindi si passa all'inserimento della sabbia con i Chak-purs, piccoli imbuti e raschietti.






Per essere completato il
Mandala di sabbia tradizionalmente richiede diverse settimane, a causa della grande quantità di lavoro necessaria per definire nei minimi dettagli tutti gli intricati e dettagliatissimi disegni.

ll Mandala Kalachakra, ad esempio, contiene 722 divinità rappresentate all'interno della complessa struttura geometrica del mandala stesso. Altri mandala sono più piccoli, come quello attribuito a Vajrabhairava, ma necessitano ugualmente di diversi giorni per essere completati. Come tutti i mandala, anche quelli di sabbia sono intesi come rappresentazioni bidimensionali di ciò che si suppone essere un ambiente tridimensionale.

I monaci lavorano in gruppo a ogni sezione solitamente procedendo dal centro verso l'esterno.

Quando il mandala è completato, il rituale tradizionale prevede che venga distrutto a simboleggiare la natura transitoria della vita materiale. Per questo motivo, i materiali non sono mai utilizzati due volte.

Anche questa operazione viene eseguita secondo un cerimoniale tradizionale che prevede un ordine specifico per la rimozione dei vari simboli.

La sabbia viene raccolta e custodita in un apposito contenitore, poi avvolto nella seta.



La sabbia dipinta del mandala viene utilizzata per riconsacrare la terra e i suoi abitanti.
A conclusione della cerimonia la sabbia viene affidata alle acque di un fiume o a qualsiasi altro tipo di acque mosse, per ricongiungersi alla natura.


This article was originally published in the independent online magazine www.opendemocracy.net
Images should be credited to Adrian Oxbow. All Rights Reserved.


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