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Come si stampa un Ukiyo-e


Un ukiyo-e (xilografia) non è creato da un solo artista, è necessaria, infatti, la collaborazione di almeno tre specialisti: uno per disegnare il progetto, uno per intagliare il legno e uno per stampare l'immagine.

Il primo passo è il bozzetto dell'artista che esegue il disegno sumisen (con linee di inchiostro).

Quindi l'horishi (l'intagliatore) fissa lo schizzo su un blocco di legno di ciliegio selvatico e intaglia il disegno. Questo blocco, chiamato sumiita serve solo per la stampa del contorno nero.

Poi vengono intagliati altri blocchi, chiamati iroita (tavole a colori), uno per ciascun colore.

Lo surishi (stampatore) applica il colore sui blocchi sotto la supervisione dell'artista.

Ogni blocco ha una marcatura sullo stesso punto rispetto al quadro finito. Lo stampatore utilizza questi contrassegni per assicurarsi che la carta sia impostato sul blocco nella giusta posizione, in modo che i colori non vadano fuori registro.

Le regole generali per le stampe ukiyo-e sono:

(1) andare in ordine dal colore più leggero fino ai colori più scuri

(2) stampare prima i blocchi con aree di stampa più piccole poi, via via, quelli più grandi.

Le gradazioni di colore sono aggiunte per dare il tocco finale.

 



Ecco l'esempio dei vari passaggi di stampa (numerati) per la realizzazione della "Grande Onda" di Hokusai, con il risultato dopo ciascun passaggio:

(1) Questo è un sumisen (linee di inchiostro). E' l'immagine di base intorno alla quale si crea tutta la stampa
(2) Ora viene aggiunto il colore delle barche sommerse dalle onde
Le barche stanno cominciando a prendere forma. Si può vedere dove è stato aggiunto il colore.

(3) Ora vengono aggiunti i colori scuri delle barche

Le barche così sono ben definite.
(4) Ora si tinge il cielo con una leggera tonalità rossa
Con un po' di colore nel cielo, cambia tutto il dipinto
(5) Quindi viene aggiunto un po' di colore alle nuvole
Ora che il cielo ha acquisito profondità, tutto l'insieme ha una prospettiva reale
(6) Ora viene aggiunto il colore scurro attorno al monte Fuji. Questo mette a fuoco la montagna attirando l'attenzione su di essa
Il monte Fuji ora si staglia ben definito contro il cielo
(7) Ora si aggiunge colore alle onde. Vengono usate due differenti tonalità di blu per dare più contrasto e profondità
Con più colore sulle acque, le onde sembrano muoversi realmente
(8) Viene aggiunta una sfumatura più profonda di blu
Ora l'Ukiyo-e è finalmente completo

La stampa finita è la "Grande onda a Kanagawa" di Katsushika Hokusai, 1829.

 




I Colori della grande onda
Nell'immagine qui sopra sono riportati i nove colori principali di questa famosa stampa di Hokusai. A sinistra sono specificati i relativi valori HEX e RGB.
La Grande onda

La notorietà di questa stampa che ha ispirato tanto Claude Debussy "La Mer" (1905) che Rainer Maria von Rilke "Der Berg" (1906) può essere attribuita, in aggiunta alla sua pura bellezza grafica, alla forza magnetica del contrasto tra l'onda e la montagna.

L'onda impetuosa e schiumeggiante sembra torreggiare sopra lo spettatore, mentre la piccola piramide del Monte Fuji è stabile sullo sfondo. L'eternità della montagna è raffigurata in un solo istante congelato nel tempo. Hokusai qui capovolge un tema tradizionale delle collezioni "Meisho-E" (scena di un famoso luogo, in questo caso il monte Fuji) secondo cui il luogo famoso è sempre stato al centro della composizione. L'autore invece posiziona un piccolo monte Fuji nel bel mezzo, ma sullo sfondo, di un paesaggio marino tonante.

Le onde formano una cornice attraverso la quale vediamo monte Fuji. Hokusai amava raffigurare l'acqua in movimento: la schiuma delle onde si sta rompendo in artigli che afferrano per i pescatori. La grande ondata forma una massa di yin e yang di spazio vuoto sotto di essa. Il crollo imminente dell'acqua porta tensione nella pittura. In primo piano, una piccola onda forma un monte Fuji in miniatura, che si riflette a centinaia di chilometri di distanza in quello reale.

La violenza della natura yin è respinta dallo yang della rilassata fiducia dei pescatori esperti. Stranamente, anche se si tratta di un mare in tempesta, il sole splende.

Vista l'importanza e il fascino di questo soggetto Hokusai non si fermò a questa singola immagine delle onde. C'è un altra xilografia intitolata "Il monte Fuji visto dal mare", creata nel 1834 nella serie "Cento vedute del Monte Fuji". Non ci sono gli esseri umani, invece l'onda si rompe in una schiuma che, a sua volta, si scompone in uno stormo di uccelli. Senza le barche, e le proporzioni dell'altra stampa, questo lavoro non risulta così drammatico, la potenza e la tensione del mare qui è resa col disegno delle linee che crescono sul lato dell'onda.

"Il monte Fuji visto dal mare". 1834. Hokusai. Dalla serie: "Cento vedute del Monte Fuji"





Un ukiyo-e (xilografia) non è creato da un solo artista, è necessaria, infatti, la collaborazione di almeno tre specialisti: uno per disegnare il progetto, uno per intagliare il legno e uno per stampare l'immagine.

Il primo passo è il bozzetto dell'artista che esegue il disegno sumisen (con linee di inchiostro).

Quindi l'horishi (l'intagliatore) fissa lo schizzo su un blocco di legno di ciliegio selvatico e intaglia il disegno. Questo blocco, chiamato sumiita serve solo per la stampa del contorno nero.

Poi vengono intagliati altri blocchi, chiamati iroita (tavole a colori), uno per ciascun colore.

Lo surishi (stampatore) applica il colore sui blocchi sotto la supervisione dell'artista.

Ogni blocco ha una marcatura sullo stesso punto rispetto al quadro finito. Lo stampatore utilizza questi contrassegni per assicurarsi che la carta sia impostato sul blocco nella giusta posizione, in modo che i colori non vadano fuori registro.

Le regole generali per le stampe ukiyo-e sono:

(1) andare in ordine dal colore più leggero fino ai colori più scuri

(2) stampare prima i blocchi con aree di stampa più piccole poi, via via, quelli più grandi.

Le gradazioni di colore sono aggiunte per dare il tocco finale.



Ecco l'esempio dei vari passaggi di stampa (numerati) per la realizzazione della "Grande Onda" di Hokusai, con il risultato dopo ciascun passaggio:

(1) Questo è un sumisen (linee di inchiostro). E' l'immagine di base intorno alla quale si crea tutta la stampa
(2) Ora viene aggiunto il colore delle barche sommerse dalle onde
Le barche stanno cominciando a prendere forma. Si può vedere dove è stato aggiunto il colore.

(3) Ora vengono aggiunti i colori scuri delle barche

Le barche così sono ben definite.
(4) Ora si tinge il cielo con una leggera tonalità rossa
Con un po' di colore nel cielo, cambia tutto il dipinto
(5) Quindi viene aggiunto un po' di colore alle nuvole
Ora che il cielo ha acquisito profondità, tutto l'insieme ha una prospettiva reale
(6) Ora viene aggiunto il colore scurro attorno al monte Fuji. Questo mette a fuoco la montagna attirando l'attenzione su di essa
Il monte Fuji ora si staglia ben definito contro il cielo
(7) Ora si aggiunge colore alle onde. Vengono usate due differenti tonalità di blu per dare più contrasto e profondità
Con più colore sulle acque, le onde sembrano muoversi realmente
(8) Viene aggiunta una sfumatura più profonda di blu
Ora l'Ukiyo-e è finalmente completo

La stampa finita è la "Grande onda a Kanagawa" di Katsushika Hokusai, 1829.

 




I Colori della grande onda
Nell'immagine qui sopra sono riportati i nove colori principali di questa famosa stampa di Hokusai. A sinistra sono specificati i relativi valori HEX e RGB.
La Grande onda

La notorietà di questa stampa che ha ispirato tanto Claude Debussy "La Mer" (1905) che Rainer Maria von Rilke "Der Berg" (1906) può essere attribuita, in aggiunta alla sua pura bellezza grafica, alla forza magnetica del contrasto tra l'onda e la montagna.

L'onda impetuosa e schiumeggiante sembra torreggiare sopra lo spettatore, mentre la piccola piramide del Monte Fuji è stabile sullo sfondo. L'eternità della montagna è raffigurata in un solo istante congelato nel tempo. Hokusai qui capovolge un tema tradizionale delle collezioni "Meisho-E" (scena di un famoso luogo, in questo caso il monte Fuji) secondo cui il luogo famoso è sempre stato al centro della composizione. L'autore invece posiziona un piccolo monte Fuji nel bel mezzo, ma sullo sfondo, di un paesaggio marino tonante.

Le onde formano una cornice attraverso la quale vediamo monte Fuji. Hokusai amava raffigurare l'acqua in movimento: la schiuma delle onde si sta rompendo in artigli che afferrano per i pescatori. La grande ondata forma una massa di yin e yang di spazio vuoto sotto di essa. Il crollo imminente dell'acqua porta tensione nella pittura. In primo piano, una piccola onda forma un monte Fuji in miniatura, che si riflette a centinaia di chilometri di distanza in quello reale.

La violenza della natura yin è respinta dallo yang della rilassata fiducia dei pescatori esperti. Stranamente, anche se si tratta di un mare in tempesta, il sole splende.

Vista l'importanza e il fascino di questo soggetto Hokusai non si fermò a questa singola immagine delle onde. C'è un altra xilografia intitolata "Il monte Fuji visto dal mare", creata nel 1834 nella serie "Cento vedute del Monte Fuji". Non ci sono gli esseri umani, invece l'onda si rompe in una schiuma che, a sua volta, si scompone in uno stormo di uccelli. Senza le barche, e le proporzioni dell'altra stampa, questo lavoro non risulta così drammatico, la potenza e la tensione del mare qui è resa col disegno delle linee che crescono sul lato dell'onda.

"Il monte Fuji visto dal mare". 1834. Hokusai. Dalla serie: "Cento vedute del Monte Fuji"






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