La panoramica interna più grande del mondo:
i 40 gigapixel della Biblioteca Filosofica di Strahov
realizzata da Jeffrey Martin
Guarda la Panoramica interattiva più grande del mondo
La foto di recente pubblicazione, che ritrae l'antica Biblioteca di Filosofia del Monastero di Strahov, nella Repubblica Ceca, ha l'invidiabile primato di essere l'immagine d'interno più grande del mondo, con una risoluzione totale di ben 40 gigapixels (40 miliardi di pixel).
E' stata realizzata dal fotografo Jeffrey Martin in cinque giorni di lavoro e ritrae migliaia di libri antichi di valore inestimabile, visibili in dettaglio fino ai particolari del cuoio e delle scritte della rilegatura.
Anche
l'affresco sul soffitto consente di visualizzare, oltre alla veduta d'insieme, anche le crepe nell'intonaco. Insomma, la foto cattura i dettagli di questo ambiente in un modo che non è mai stato realizzato in precedenza.
Martin non è nuovo a questi exploit, i suoi record precedenti includono un'immagine di Londra da 80-gigapixel, una di Parigi da 26 gigapixel (GP), una di Budapest da 70 GP, una di Dresda da 26 GP, e una di 18 GP di Praga.
Questa nuova immagine della biblioteca di Strahovl, se stampata a normale risoluzione fotografica, sarebbe di 23 metri di lunghezza e 12 metri d'altezza. Martin, fondatore del sito specializzato 360Cities.net, per creare l'immagine di Strahov ha scattato 2947 foto ad alta risoluzione, cucendole poi insieme con un apposito software.
Ecco un breve video che illustra le caratteristiche dell'immagine di Jeffrey Martin:
Martin, è un americano di circa 35 anni che ha vissuto a Praga per 12 anni.
Ha iniziato questa sua attività circa 10 anni fa, quando ha avuto la prima macchina fotografica digitale.
"Aveva una modalità panoramica e per me è stata una specie di svolta: avendo usato solo pellicola, l'idea che si potevano fondere insieme due fotografie, risultò estremamente stimolante".
Da quel momento Martin si è specializzato, realizzando immagini sempre più complesse che fondono insieme da poche centinaia a migliaia di immagini che si sovrappongono. Le foto, dopo gli scatti, vengono caricate in un programma per computer che analizza i bit sovrapposti e capisce esattamente come si adattano insieme.
Così vengono cucite insieme realizzando una sfera completa, che comprende tutto ciò che si sta vedendo intorno a noi.
Un'immagine dell'antica biblioteca di Filodsofia del monastero di Strahov.
Normalmente Martin usa una fotocamera reflex professionale di 18 megapixel, con un un dispositivo che permette di impostare esattamente i vari spostamenti della camera. Anche se il procedimento di scatto, poi, lavora automaticamente, in alcuni casi è necessario controllare la messa a fuoco di ogni scatto.
Una volta completati gli scatti inizia la fase di elaborazione che dura circa un paio di settimane.
Per prima cosa si devono convertire le immagini, da un formato raw, in qualcosa di visibile, poi si devono unire tutte insieme. Di solito non si adattano mai perfettamente, quindi si deve risolvere qualche bit manualmente, o lavorare con il programma di imaging panoramico per mettere a posto i particolari che non collimano perfettamente.
Un particolare dell'immagine di Martin con l'indicazione della sua collocazione nella biblioteca.
Martin, oltre a specializzarsi in questso tipo di immagini, ha fondato 360cities.net, una comunità di fotografi che praticano questo tipo di lavorazione.
Queste immagini non sono molto utili e precise dal punto di vista della documentazione, ma ricreano il fascino e la maestosità delle ambientazioni. Per questo sono particolarmente valide in luoghi che hanno caratteristiche ambientali particolari.
Un particolare dell'immagine di Martin con l'indicazione della sua collocazione nella biblioteca.
Martin ha scattato le sue panoramiche un po' dovunque, anche a L'Avana, catturando le particolari atmosere delle capitale cubana.
Avendo vissuto nella Repubblica Ceca conosceva la Sala Filosofica della biblioteca di Strahova e, per molto tempo, ha pensato di realizzarvi una panoramica. In un primo momento ha fatto un'immagine di tre gigapixel della Biblioteca Teologica, poi ha preso appuntamento per scattare alla Sala Filosofica. Dopo una giornata di riprese, però, ho capito che questo posto speciale meritava qualcosa di più.
Un particolare dell'immagine di Martin con l'indicazione della sua collocazione nel soffitto della biblioteca.
"E' un posto speciale, quindi volevo produrre un'immagine veramente spettacolare" racconta Martin che così ha lavorato per cinque giorni nella Sala Filosofica, per ottenere il risultato voluto.
"Vorrei ringraziare la libreria Strahov per avermi dato il permesso di farlo. Sono molto contento del risultato, sono molto orgoglioso del fatto che le persone che non avranno mai la possibilità di andarci potranno ammirare da vicino i libri e tutto il resto".
In realtà si può vedere molto di più di quanto si potrebbe andandoci di persona. Questo solleva le critiche di coloro che dicono che queste immagini fanno sì che la gente non vada più a visitare questi posti "già visti". Invece non è assolutamente vero, i fatti dimostrano il contrario: la gente è stimolata a vivere di persona le atmosfere sperimentate digitalmente.
Inoltre si tratta di un inestimabile strumento di studio, estremamente economico.
Un particolare dell'immagine di Martin con l'indicazione della sua collocazione nel soffitto della biblioteca.
Nei sogni di Martin c'è una grande panoramica della Cappella Sistina e qualche immagine della Corea del Nord, dove il tempo sembra congelato, come a Cuba.