Nagaland, la terra dei cacciatori di teste - 1
di Virendra Bangroo
Un'avventura nel nord est più remoto dell'India
La terra dei cacciatori di teste, esseri imprevedibili con facce imperscrutabili, dove gli stranieri sono accolti con le frecce, dove indossare abiti è un tabù: questi sono state alcuni dei commenti dei salotti d'élite di Delhi quando sono venuti a sapere della mia imminente visita nel Nagaland.
Queste osservazioni, che potrebbero suscitare orrore, insieme alle notizie stampa della rivolta in Nagaland inizialmente mi avevano creato un po' di apprensione.
Pochi giorni prima del volo verso nord-est ho chiesto la mappa del Nagaland a un venditore ambulante specializzato. Mi ha guardato dritto negli occhi e, con una voce cupa, ha risposto che non ne aveva perché non c'era richiesta.
Anche se ho visitato molti altri luoghi 'difficili' come le valli proibite di Arunachal Pradesh, Manipur e Mizoram, il pensiero di andare nel Nagaland mi risultava un po' inquietante: il libro che parla di questa zona, tanto per fare un esempio, ha in copertina le foto dei Naga nudi col corpo tatuato, che impugnano minacciosi arco e frecce.
Qualunque fosse la situazione ho pensato di andare avanti, pronto all'avventura.
Ho preso un volo dell'Indian Airline per Gawhati, dove ho subito incontrato un uomo d'affari molto preoccupato, che mi ha chiesto quale fosse la situazione nel Nagaland, quindi con questo stato d'animo sono salito sulla coincidenza per Dhimapur.
Una volta atterrato a destinazione la tensione ha cominciato a salire. L'aeroporto appariva deserto, con solo poche persone in giro. Tutti mi guardavano come se fossi una creatura aliena.
All'esterno dell'aeroporto non c'erano taxi o auto e mi hanno detto di andare a cercare un taxi nella strada principale. Finalmente, dopo un po' sono arrivato alla mia sistemazione, ho lasciato i bagagli, bevuto un tè e spinto dalla curiosità sono uscito subito, approfittando della vicinanza per dare un'occhiata ai megaliti eretti dai sovrani Kacheri.
Un portale di mattoni conduce al complesso. I monumenti si sviluppano in tre gruppi, su una vasta area. Nella stessa zona si trova anche un piccolo stagno.
Ho pensato di andare anche all'Hong Kong market, ma si stava facendo buio e mi hanno consigliato di non visitare quella zona di sera. Anche se non ho visto in giro niente di preoccupante sono tornato alla circuit house (in India sono una sorta di albergo).
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