Cultor College



"Esperimento su un uccello nella pompa pneumatica"

di Joseph Wright of Derby

Il dipinto che celebra la nascita della Scienza, ancora avvolta in un'aura di magica incomprensione,
ponendo un interrogativo sempre attuale sui metodi e sui limiti della sperimentazione.

"An Experiment on a Bird in the Air Pump", Joseph Wright 'of Derby', 1768, National Gallery, Londra.



Il quadro

La scena raffigura uno scienziato mentre sta eseguendo un esperimento nuovo per quei tempi: dimostrare che l'assenza di ossigeno provocava la morte. Per questo l'aria veniva pompata fuori da un contenitore nel quale era rinchiuso un animaletto (in questo caso un pappagallo bianco).

Joseph Wright per la prima volta propone un soggetto scientifico, in questo caso un esperimento di vuoto pneumatico, con la stessa ambientazione e rispetto precedentemente riservati ai soggetti religiosi.

La scena, illuminata solo da una candela, e le diverse emozioni evidenziate dai vari personaggi esprimono i sentimenti contrastanti dell'epoca verso la scienza: meraviglia e timore, interesse e sgomento, curiosità e paura.

A quel tempo venivano espressi dubbi sul fatto che le conoscenze razionali o scientifiche fossero in grado di rispondere a tutte le domande e di spiegare, in maniera soddisfacente, tutti i misteri della natura.

L'artista inoltre utilizza un accostamento inconsueto: l'interesse nascente per la scienza (che scaturirà nell'Illuminismo) viene reso con un chiaroscuro di ispirazione caravaggesca.

Wright, nativo di Derby, uno dei centri della rivoluzione industriale, per questo suo lavoro "scientifico" adottò gli elementi tipici della tradizione della pittura storica, ma senza l'eroica azione centrale caratteristica di quel genere di azione.

L'appellativo "Wright of Derby" venne attribuito al pittore dalla Società degli Artisti, nel 1760, per distinguerlo da Richard Wright, pittore di Liverpool. L'appellativo rimase anche per differenziarlo dall'artista americano Joseph Wright che arrivò in Inghilterra nel 1772.


La condizione del dipinto è abbastanza buona, con lievi alterazioni visibili su alcune figure. E' stato pulito nel 1974.

Joseph Wright (Derby, 1734 - Derby, 1797) allievo di Thomas Hudson a Londra, tornò nella natia Derby dove iniziò l'attività di ritrattista e paesaggista.
Approfondì lo studio dello luce, quindi la sua produzione si indirizzò verso soggetti industriali al punto di essere definito "il primo pittore
ad esprimere lo spirito della
Rivoluzione Industriale".



Lo studio

Uno schizzo precedente dello stesso autore mostra la scena dell'"Esperimento" strutturata diversamente: lo scienziato, ad esempio, è in una posa laterale più rassicurante, si rivolge direttamente alle ragazze spaventate, per rassicurarle.
L'uccello in questo caso era un piccolo pennuto canoro comune.

Questa versione risulta molto meno potente e drammatica di quella finale.



Pittore della Scienza

Questo dipinto, insieme agli altri due mostrati in questa sezione:

"Un filosofo spiega il planetario", (sotto, 1766)

e "L'alchimista alla ricerca della pietra filosofale", (a destra, 1771) entrambi conservati al Derby Museum and Gallery hanno valso a Wright l'appellativo di pittore della scienza.

Si noti come il "Filosofo" del quadro qui sotto sia lo stesso raffigurato nell'"Esperimento".


Le emozioni

La chiave di lettura di questo quadro non sta tanto nell'azione che avviene nella stanza, ma nelle varie reazioni di chi sta osservando, definite dalle espressioni, dagli atteggiamenti e dalle luci.

La maggior parte dei presenti sembra privilegiare l'interesse per l'esperimento alla sorte del povero volatile.

L'artista ritrae l'azione senza farci sapere se si concluderà con la morte del volatile, oppure se lo sperimentatore, una volta dimostrata la sua tesi, aprirà la valvola dell'aria per ridare vita al pappagallo.

Nella realtà, al tempo, venivano usati uccellini più piccoli (e meno costosi), il fatto che qui sia usato un pappagallo cacatoa, conferisce ulteriore dramma all'azione.

Lo scienziato (che viene individuato in John Warltire) con i suoi lunghi capelli fluenti, la luce che lo illumina dal basso e il vestito rosso appare più come un mago che uno scienziato (che al tempo veniva definito "Filosofo della natura") .

Anche la scelta del volatile conferisce un tocco esoterico: il pappagallo, infatti, al tempo in Inghilterra era poco conosciuto. Lo divenne solo dopo i viaggi e le relazioni del capitano Cook.

Mentre il pappagallo bianco svolazza disperatamene all'interno dell'ampolla di vetro da cui si sta togliendo l'aria, lo sperimentatore ha lo sguardo fisso fuori del quadro, quasi a spiegare quello che avviene allo spettatore e a chiedergli se l'esperimento deve continuare fino alla fine, oppure deve essere interrotto, salvando il volatile.

Il bianco delle piume del pappagallo risalta perfettamente nell'ambientazione scura.


C'è anche chi non è interessato all'esperimento: la coppia di giovani sulla sinistra, evidentemente due innamorati, si guarda negli occhi, estraniandosi da ciò che avviene. I due modelli per questi personaggi probabilmente sono stati i coniugi Coltman, amici del pittore, ritratti a destra nel dipinto del 1770 "Mr and Mrs Thomas Coltman" alla National Gallery di Londra.


Molto interessato, invece, il giovinetto che si sporge, quasi per uscire dalla penombra ed illuminarsi alla luce della conoscenza, per vedere meglio cosa sta avvenendo.


Ricordiamo che i tempi, per la scienza, erano ancora acerbi: Joseph Priestley, membro della Società della Luna e uno degli scopritori dell'ossigeno, lasciò la Gran Bretagna nel 1794 quando il suo laboratorio di Birmingham venne distrutto, e la sua casa alle fiamme, dalla folla che contestava il suo sostegno per la Rivoluzione francese, mentre il suo collega Antoine Lavoisier, veniva ghigliottinato in Francia.


Attento e meticoloso l'uomo seduto sulla sinistra caratterizzato dal chiaroscuro sul viso, osserva la scena misurando con il cronometro i tempi dell'agonia del pappagallo.

Molti individuano questo personaggio in Erasmus Darwin (1731-1802), fondatore della "Società della Luna" che ebbe come nipoti Charles Darwin (1809-1882) e Francis Galton (1822-1911).

Ritratto di Erasmus Darwin dipinto dallo stesso Joseph Wright


Gli oggetti

Tutta la scena è illuminata da un'unica fonte di luce posta dietro a una brocca di vetro trasparente in cui è immerso un teschio, possibile metafora della morte sempre incombente.

A destra il dettaglio della pompa pneumatica, perfettamente uguale a quelle in uso all'epoca,



Il pitttore David Hockney ritiene che molti degli antichi maestri utilizzassero, per realizzare i loro lavori, dispositivi ottici. Suggerisce che Wright abbia utilizzato delle lenti per trasferire l'immagine su carta piuttosto che disegnare direttamente la scena, spiega quindi che le ombre di questo lavoro erano troppo complicate per essere rese con precisione senza questi strumenti. Si può osservare, tuttavia, che il supporto su cui la pompa si trova non getta nessuna ombra sul corpo del filosofo, come invece ci si dovrebbe aspettare.


A lato della bottiglia, sul tavolo, ci sono le due parti di una "sfera di Magdeburgo" che veniva usata per simulare, in piccolo, lo stesso esperimento del vuoto d'aria: le due parti venivano unite, poi l'aria all'interno veniva pompata fuori, in maniera tale che le due parti diventavano inseparabili, formando una sfera monolitica.


La pompa ad aria venne inventata da Otto von Guericke (di Magdeburgo in Germania) nel 1650, anche se il suo costo dissuase la maggior parte dei contemporanei a costruire l'apparecchio. Robert Boyle, figlio del conte di Cork, non aveva preoccupazioni economiche e dopo averlo costruito, nel 1659, donò il primo modello alla Royal Society. In seguito fece costruire altre due macchine per studio personale.


A fronte dei vari stati d'animo suscitati da questa situazione, l'uomo seduto sulla destra (nel dettaglio a fianco) ha un atteggiamento assorto e pensoso.
Come un filosofo che riflette su quello che sta vedendo.


Il dipinto venne acquistato per 130 sterline dal dottor Benjamin Bates, ma il pittore scrisse all'acquirente: "Questa cifra potrebbe risultare troppo bassa per le mie vendite future, così quando le manderò la ricevuta farò risultare una cifra maggiore".

Per questo sui registri di Wright risulta venduto per 210 sterline.

Il quadro venne esibito alla Società degli Artisti (nel 1763) suscitando critiche favorevoli "Intelligente e vigoroso" al punto che venne riprodotto in una mezzatinta di Valentine Green.

Gustave Flaubert vide il quadro nel corso di una sua visita in Inghilterra nel 1865-66 e lo definì "affascinante per la semplicità e la profondità".

Ellis Waterhouse lo definì: "Uno dei capolavori completamente originali dell'arte britannica".

Il quadro passò poi a Walter Tyrell che nel 1865 lo regalò alla National gallery di Londra. Nel 1929 venne trasferito alla Tate gallery, per un periodo è stato esposto al museo di Derby. E' stato anche prestato per varie mostre a Stoccolma (National museum), Parigi (Grand Palais), New York (Metropolitan), Washington (National gallery). Dal 1986 è tornato alla National gallery di Londra.


Il ragazzo sulla destra è addetto alla gabbia, anche lui ha lo sguardo rivolto fuori dal quadro, quasi per chiedere allo spettatore se debba definitivamente chiudere la gabbia del volatile.

Dalla finestra fa capolino la luna, oscurata dalle nuvole.

Qualche critico ha suggerito, invece, che il ragazzo stia chiudendo la tenda proprio per impedire alla luce della luna piena di entrare nella stanza.

La presenza della luna nel dipinto è spiegata anche con la vicinanza dell'artista alla "Società della Luna", un circolo scientifico, fondato da Erasmus Darwin (il personaggio che misura i tempi col cronometro), che si riuniva, appunto, quando c'era la luna piena.


Il padre è occupato a consolare la figlia più grande che non ce la fa ad assistere all'agonia dell'animale. Con la mano sinistra (particolare in basso a destra) cinge la spalla della fanciulla in un gesto di protezione, mentre il gesto della destra indica che sta spiegando cosa sta avvenendo: l'importanza di questa sperimentazione, che travalica il sentimento della pietà per l'animale sacrificato. Anche la figlioletta più piccola (in basso a sinistra) appare turbata, ma la curiosità è più forte dello sconcerto.


Alcuni dei personaggi dipinti da Wright sembrano ispirati da alcuni ritratti di Thomas Frye (1710 -1762) effettuati in bianco-nero, a grandezza naturale, nel 1760.

Nelle immagini a fianco e sotto vediamo le figure di Frye (sulla sinistra) confrontate con i personaggi dell'Esperimento di Wright.


Colori

Qui sotto i principali colori usati nel dipinto, con la codificazione RGB e Pantone, utili per un'eventuale riproduzione: