La Zona Archeologica di Bagan
Bagan, attualmente, è un sito archeologico meno noto del complesso di Angkor in Cambogia (in parte a causa delle restrizioni imposte ai turisti dal governo militare del Myanmar) anche se è del tutto simile, se non superiore, dal punto di vista storico ed archeologico, al grande tempio della civiltà Khmer.
Questo saggio offre una breve introduzione alla storia e all'arte di questa valle, mentre nei collegamenti sono illustrati in dettaglio alcuni dei templi e degli stupa principali.
Il temine 'Bagan', per inciso, è l'approssimazione più vicina alla parola birmana ed ora è la denominazione preferita ufficialmente, anche se durante il periodo del predominio coloniale britannico venne usato il nome 'Pagan', ancora oggi parzialmente in uso.
Zona archeologica di Bagan è il nome formale usato per designare la regione storica dell'antico Regno di Bagan. Si pensa che probabilmente qui siano stati costruiti più di 13.000 tra templi, pagode e altre strutture religiose. Un patrimonio unico edificato tra l'XI e il XII secolo in quest'area di 26 miglia quadrate (42 Kmq).
La regione si distingue chiaramente, insieme ad Angkor e Borobudur, tra i siti archeologici più significativi del Sud-Est asiatico e del mondo. Nel 2002 le è stato conferito lo status di Patrimonio dell'Umanità.
Anche se forse, già a partire dal secondo secolo dC, ci sono stati coloni in questa zona sulla riva sinistra del fiume Ayeyarwady (Irrawaddy), le mura originali del primo insediamento permanente risalgono probabilmente alla metà del IX secolo. Verso la metà dell'XI secolo Bagan, sotto il re Anawrahta (r. 1044-1077), divenne un regno unico iniziando la sua età dell'oro.
Nel periodo successivo alla sua vittoria sui Mon nel 1057, la cultura Mon e soprattutto la sua forma di Buddhismo Theravada esercitò un'influenza dominante. Il re divenne un convinto sostenitore delle idee e delle pratiche Theravada iniziando un programma di grandi costruzioni a sostegno della nuova religione.
I trentamila prigionieri della guerra Mon includevano non solo la famiglia reale, ma anche studiosi, artigiani, capomastri e leader religiosi; tutti contribuirono a gettare le fondamenta di questa nuova, prosperosa, società. Tra i trofei pregiati portati a Bagan, in quel periodo, ci furono 32 copie del Tiitaka, le scritture Theravada.
Dal regno di Anawrahta, fino alla conquista da parte delle forze di Kublai Khan nel 1287, la zona è stata il centro vibrante di una frenetica architettura religiosa.
Kyanzittha (r. 1084-1113), secondo successore di Anawrahta, era anche lui profondamente religioso e continuò senza interruzione il ritmo delle costruzioni. Nel corso del XII secolo Bagan divenne nota come la terra di quattro milioni di pagode. Anche se si tratta di un'evidente esagerazione, rispecchia sia la ricchezza che le implicazioni religiose del nuovo regno.
Un sistema altamente sviluppato di canali di irrigazione sostenne una fiorente coltura del riso, tuttavia i grandi progetti di costruzione, alla fine potrebbero aver contribuito al collasso del regno.
La regione è generalmente arida con precipitazioni limitate, tranne in determinati periodi. Palazzi, molti monasteri e abitazioni private vennero costruiti con legno molto deperibile, inoltre dal momento che praticamente tutti i templi e gli stupa erano fatti di mattoni di cotto, la quantità di vegetazione locale necessaria per mantenere il fuoco dei forni è stata enorme.
Ma questa interpretazione non è condivisa da tutti gli studiosi, dal momento che solo pochi forni sono stati scoperti ed è chiaro che molti mattoni sono stati fatti altrove e portati a Bagan via fiume.
Ma certo i progetti sontuosi hanno contribuito al disboscamento di molti terreni e al loro declino economico.
L'ultimo sovrano, il re Narathihapati (r. 1255-1287), fu anche lui un costruttore, responsabile dell'ultimo grande progetto religioso, il Mingala-Zeidi. Quando le armate mongole entrarono nell'area, rifiutò di sottomettersi opponendo una strenua resistenza. Le cronache riferiscono che demolì oltre 6.000 templi e pagode per rafforzare le mura della città. Questa distruzione di una parte importante del suo patrimonio, tuttavia, risultò inutile. Nel 1287 Narathihapati (anche conosciuto nella storia di Bagan come Tayok-pye-min: 'il re scappato dai cinesi ') si diede alla fuga e venne avvelenato da suo figlio, il sovrano di Pyay (Prome), un regno a sud di Bagan, sempre sull'Ayeyarwady.
Gli eserciti invasori di Kublai Khan alla fine avevano completato la fine di Bagan, anche se forse le distruzione maggiori vennero dagli inutili tentativi difensivi, piuttosto che dalla furia delle armate mongole.
La capitale non recuperò mai la sua importanza, anche se meravigliose prove della sua grandezza rimangono ancora oggi nella piana di Bagan. Gli edifici in legno, ovviamente, sono da tempo scomparsi, e forse un terzo della città originale è stata spazzata via dalle piene del fiume Ayeyarwady. Eppure, una recente indagine ha indicato che ci sono ancora 2.217 monumenti identificabili più quasi lo stesso numero di cumuli di mattoni e di terra che non possono essere identificati. Praticamente tutte le strutture superstiti sono di mattoni, anche se alcune sono in pietra arenaria.
Due principali tipi di strutture architettoniche storiche si trovano nella zona di Bagan. La pagoda, o stupa (in birmano si chiama Zeidi o Zedi) è uno dei principali monumenti buddhisti. Il termine è spesso anche Paya usato in inglese in modo intercambiabile con pagoda. Originariamente un cumulo di pietre è diventato un monumento funebre, poi ha acquisito simbolismo cosmico del Buddha contenente le sue reliquie. Molti Zedi sono stati costruiti per onorare una persona notabile, o addirittura per mantenere il ricordo duraturo di una famiglia importante.
Lo Zedi ha la forma di una campana (spesso solida), su una struttura in mattoni situata su base quadrata od ottagonale; di solito ha un picco leggermente affusolato in metallo dorato, decorato con gioielli, sormontato da una decorazione a forma di ombrello sacro (Hti). Spesso queste strutture erano coperte con stucco e ornate con fini intagli.
Oltre ai numerosi stupa solitari, ne esiste una varietà agli angoli della maggior parte dei templi. Quando i fondi lo consentivano, gli stupa originali spesso venivano racchiusi in costruzioni più grandi ed elaborate. Esempi di pagode, in stile Paya, illustrati in questo saggio includono: Bupaya, Shwezigon, Mahabodhi, Nag-Kywe-na-daung, In-hpaya, e Minochantha.
L'altra grande forma di architettura superstite a Bagan è il tempio, o pahto, che può assumere una varietà di forme. I templi (gu) sono stati ispirati dalle grotte scavate dai buddhisti nella roccia in India. Erano edifici più grandi e multi-piano, luoghi di culto che comprendevano corridoi riccamente affrescati con immagini sacre e statue. A differenza degli archi a sbalzo di Angkor, i templi di Bagan impiegano ampiamente sia le volte a barile che gli archi ogivali. I templi spesso vennero costruiti intorno a uno Zedi e comprendevano una serie di altri edifici, come quartieri per i monaci e sale di riunione e preghiera. Il pahto spesso era una struttura massiccia, quadrata o rettangolare con terrazza esterna che rappresenta il Monte Meru, la residenza simbolica della divinità, circondato da uno spesso muro per separare il regno del sacro dal mondo esterno. Esempi dello stile pahto descritti in queste pagine sono: Ananda, Dhammayangyi, Gawdawpalin, Htilominlo. Shwegugyi, Sulamani e Thatbyinnyu.
Nella piana di Bagani ci sono oltre 2.200 monumenti ancora in piedi e rimangono un numero uguale di rovine o di altre prove di strutture del passato. L'ottimo "Inventario dei Monumenti a Pagan" di Pierre Pichard ha individuato 2.834 monumenti. Terremoti, inondazioni e le invasioni hanno distrutto, soprattutto le parti più alte, di molti templi e stupa. Ma diversi tra i monumenti esistenti sono stati ristrutturati, riordinati, ridipinti e 'abbelliti' nel corso degli anni.
Sia birmani che stranieri, inoltre, da lungo tempo hanno attuato un saccheggio sistematico dei manufatti e dei tesori. Avventurieri occidentali e archeologi nella seconda parte del XIX secolo hanno rimosso molte statue, affreschi e altre antichità per portarle nei musei ed esporli al pubblico, anche se molti di questi reperti sono stati distrutti durante le guerre in Europa nel XX secolo.
Anche se l'attuale governo del Myanmar ha vietato l'esportazione di antichità, importanti elementi continuano a scomparire nelle mani di ricchi collezionisti privati, un tragico destino che ha colpito numerosi siti di interesse storico e architettonico.
L'essere stato elevato a "Patrimonio dell'Umanità" potrebbe rivelarsi sia una benedizione che una maledizione. Più visitatori potrebbero portare reddito necessario per la zona, ma potrebbe anche aumentare la commercializzazione e l'ulteriore distruzione di questo eccezionale patrimonio.
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