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Architettura tradizionale giapponese - 1

parte 1°


L'autore

Questo studio è stato realizzato da Jeffrey Hays curatore del sito "Facts and Details" specializzato nelle ricerche su Giappone e Cina.

Hays, nato in California, attualmente vive a Saga in Giappone; è un insegnante e uno scrittore giramondo che studia ed approfondisce temi specifici della realtà attuale dell'Asia: "Non offro certo informazioni turistiche, ma gli strumenti che necessitano a un viaggiatore per comprendere un paese e la sua gente".

Nella foto a destra: Jeffrey Hays sulla Grande Muraglia in Cina.



Introduzione

Le caratteristiche dell'architettura tradizionale giapponese, ha spiegato l'architetto Nishikawa Ryue si possono vedere tutte visitando qualunque tempio:
austerità e metodi della costruzione, materiali leggeri e porosi, pareti interne ed esterne molto sottili.

Lo storico Daniel Boorstin in "The Creators" ha scritto: "Mentre gli architetti occidentali combattono gli elementi della natura, i giapponesi, ammirando il loro potere, hanno cercato il modo di utilizzare il loro fascino".

Gli occidentali, infatti, nel corso dei secoli hanno tradizionalmente scelto la pietra, forte e resistente, per sopraffare la natura producendo strutture monumentali e torreggianti, mentre i giapponesi volendo essere più in armonia con la natura, hanno scelto come materiale predominante il legno.

Inoltre, mentre l'architettura occidentale spesso è stata caratterizzata da guglie e alte proiezioni verticali mirate a mostrare la potenza di Dio, e dell'uomo, sulla natura, i templi e santuari del Giappone di solito hanno una struttura orizzontale e spesso sono relativamente piccoli e nascosti da alberi e altre componenti naturali.

Il Giappone è la patria del design minimalista. Mentre architetti occidentali hanno tradizionalmente cercato di rendere i loro edifici interessanti con l'aggiunta di decorazioni accessorie, organizzando moduli di diverse altezze, gli architetti giapponesi si sono impegnati a rendere le loro strutture sublimi e misteriose cercando l'essenziale semplicità su un piano orizzontale.

Origini: le influenze buddhiste della Corea e della Cina

I metodi dell'architettura buddhista vennero introdotti da due mastri provenienti dal regno di Paekche in Corea nel 577. Le loro competenze furono utilizzate per costruire il primo tempio buddhista del Giappone, Asukamura, ad Asuka, nella prefettura di Nara. Nel tardo settimo secolo vennero edificati altri quattro templi: Asukadera, Kawaradera, Yakushji e Daikandaiji, finanziati dal governo e costruiti da operai edili e scultori qualificati. Questi lavoratori avevano appreso i metodi dai delegati che si erano recati nella Cina della dinastia Tang su navi Kentoshi.

Nel 710, quando la capitale venne spostata da Fujiwara-kyo all'odierna città di Nara, si registrò un boom edilizio senza precedenti. La stessa città di Nara venne rifatta sul modello di Changan, capitale della Cina della dinastia Tang.



Caratteristiche

Un interno tradizionale giapponese dispone di varie stanze, disposte geometricamente, separate da porte mobili scorrevoli che possono essere aperte per creare grandi spazi aperti o stanze private chiuse. Le mura di carta traslucida tra le stanze permettono di percepire le ombre nelle stanze accanto, senza vedere chiaramente ciò che stanno facendo.

L'elemento più espressivo dell'architettura giapponese è il tetto: "La bellezza più visibile dell'edificio è il tetto, con le sue curve e la modellazione scultorea" ha scritto Boorstin "Gli stili dell'architettura Shintoista si distinguono proprio per i tetti e la gerarchia d'importanza degli edifici non è in base alla loro altezza (come in occidente), ma per la conformazione del tetto».


Il tetto, in una struttura tradizionale, è fatto di legni pesanti disposti ad angolo retto, che si reggono grazie al loro peso. Ancora oggi gli ingegneri giapponesi dicono che quanto è più pesante il tetto tanto è più stabile la struttura. Così gli edifici poggiano su colonne a livello del suolo, piuttosto che su fondazioni profonde, in modo che possano ondeggiare e fluttuare durante un terremoto anzichè collassare. Un tetto pesante tiene insieme la struttura e stabilizza l'oscillazione.

Molte strutture tradizionali, come i castelli, sono costruiti senza chiodi, utilizzando invece vari tipi di incastri. Anche le altre strutture in legno hanno pochi chiodi e i primi visitatori europei furono così impressionati dalla perfetta stabilità del giunto a coda di rondine, agli angoli di porte e finestre, da pensare in un intervento magico.


Tecniche di costruzione dell'architettura giapponese

I carpentieri giapponesi tradizionalmente hanno lavorato maggiormente sulle parti esterne dei loro edifici, mentre gli occidentali si sono preoccupati di più degli arredi interni. Infatti i luoghi di culto e le case giapponesi tradizionalmente hanno pochi mobili.
Prima che gli utensili elettrici azionati a mano fossero introdotti nel paese, nel 1943, la cassetta degli attrezzi del falegname giapponese conteneva 179 oggetti, per lo più strumenti di lavorazione del legno.
I carpentieri giapponesi e asiatici lavorano sulla parte esterna delle strutture salendo su pali piuttosto che utilizzando ponteggi di tipo occidentale.







Falegnami e architetti giapponesi utilizzano le loro competenze non per decorare la superficie del legno, ma piuttosto per massimizzare l'effetto delle superfici disadorne. Le variazioni sono realizzate con legni diversi, cereali e finiture. Nelle falegnamerie giapponesi i pezzi di legno non sono accatastati in pile grandi, come nei depositi occidentali, ma sono organizzate per colore e grana. Gli accostamenti dei vari tipi di legno sono spesso gli stessi che si trovano in natura.

Non ci sono libri che insegnino la carpenteria, le abilità sono tramandate solo attraverso il sistema dell'apprendistato.


Architettura giapponese, legno, terremoti e fuoco

Solitamente si pensa che uno dei motivi principali per cui il legno era dominante nell'architettura giapponese rispetto alla pietra è che le strutture in legno erano meno vulnerabili ai terremoti. Ma non è sempre così: anche strutture in legno sono state spesso distrutte dai terremoti, inoltre sono più vulnerabili al fuoco e ai tifoni rispetto agli edifici in pietra. La pietra utilizzata nei castelli di Osaka, Nagoya e in altri luoghi per respingere la minaccia delle armi da fuoco europea, spesso ha resistito a terremoti meglio di templi e santuari di legno.


Per fornire una spiegazione migliore sul predominio del legno, Edward Morse nel 1885 ha scritto: "La casa giapponese risponde mirabilmente alle esigenze della gente. Un edificio a prova di fuoco è sicuramente oltre i mezzi della maggioranza delle persone, come in effetti è anche per noi, così non avendo la possibilità di costruire una dimora, per necessità costruiscono una casa la cui stessa struttura consente di essere rapidamente demolita nel percorso di un incendio e poi facilmente ricostruita".

"Tegole, pareti mobili e anche i soffitti possono essere rapidamente smontati e portati via" ha scritto Morse. "La copertura è rapidamente spogliata di tegole e tavole, e la struttura rimanente è di lenta combustione per le fiamme. Gli sforzi dei vigili del fuoco, nel contrastare il progredire di un incendio, consistono principalmente nell'abbattere queste strutture regolabili e in tal senso è interessante registrare il fatto curioso che spesso i getti d'acqua non sono rivolti sulle fiamme, ma sugli uomini impegnati a smontare l'edificio!"



Gojunoto (nell'immagine a destra) è una pagoda antisismica eretta nel 1407 a Nara.
I cinque piani oscillano in fase opposte quando ci sono scosse di terremoto, impedendo alla struttura di spezzarsi. Le stesse tecniche sono utilizzate in edifici moderni. La pagoda Yasaka a Kyoto è sopravvissuta a più di cinque secoli di terremoti. Durante un tremore l'intero edificio oscilla e ogni sezione si muove intorno ad una colonna indipendente di ancoraggio centrale. Gli scienziati stanno studiando questa pagoda per poter rendere più sicure le moderne costruzioni antisismiche.



Architettura giapponese e Meteorologia

Le case tradizionali sono state costruite più per contrastare il calore estivo piuttosto che il freddo invernale, partendo dal presupposto che i residenti potevano combattere il freddo coprendosi maggiormente. Quindi sono state costruite con materiali leggeri, legno, bambù, paglia e carta che forniscono poco isolamento ma che permettono alle brezze di entrare, favorendo la circolazione dell'aria e la dissipazione del calore. Nei vecchi tempi alcune case, in inverno, erano così fredde che i bambini andavano fuori a giocare per riscaldarsi.

Alcuni edifici giapponesi sono stati costruiti per rispondere alle mutevoli condizioni atmosferiche. Il Tempio Shosoin (a destra), ad esempio, archivio del tesoro imperiali a Nara, ha un tetto costituito da travi triangolari che si espandono durante la pioggia per proteggere l'interno dalla pioggia e si contraggono con il caldo secco per favorire la ventilazione.



Case e tetti molto sporgenti offrono protezione dalle forti piogge monsoniche. Durante la calda e umida estate giapponese, la gente ama mantenere la calma, creando l'illusione di freschezza con il suono dell'acqua corrente e del vento con campanelli che suonano alla minima brezza.

Sviluppo dell'Architettura in legno

Le costruzione in pietra non mancano: sono state infatti utilizzate sofisticate tecniche per costruire soprattutto ponti e tombe. Ma nonostante questo, non è rimasto un solo esempio di antico edificio di pietra.

"Lo sviluppo precoce della metallurgia giapponese può aiutarci a comprendere il loro uso precoce di legno" scrive Boorstin. La pietra può essere lavorata con la pietra, mentre la lavorazione del legno e delle costruzioni in legno richiede strumenti di ferro. Attrezzi di ferro, basati su prototipi portati dal continente asiatico, erano già ampiamente in uso quando l'architettura giapponese cominciò nell'era primitiva Yayoi (300 aC-300 dC).

Un'altra componente importante è stata l'abbondanza di alberi di cipresso, un legno tenero, facile da tagliare. I primi carpentieri giapponesi non hanno nemmeno dovuto sviluppare seghe a taglio trasversale o piano, necessarie nei boschi con grani irregolari. Il cipresso ha anche una trama accattivante ideale per superfici disadorne.

Con il 16° secolo la tipica casa giapponese raggiunge elaborati livelli di falegnameria, col pavimento sollevato da terra, poggiato su pali posati sulle fondamenta di pietra, che consentivano alla struttura di fluttuare in caso di un terremoto. Questo stile di casa è ancora dominante oggi nelle aree rurali.


Case tradizionali

La casa rurale nel secolo diciannovesimo era influenzata dal buddhismo zen: semplice, austera ed elegante. Caratteristiche comuni comprendono un piano scomponibile creato da schermi mobili e l'uso dei legnami indigeni, paglia, bambù e carta. Le case con grandi cortili erano circondate da mura per la privacy e la protezione dagli occhi indiscreti degli esattori delle tasse.


I tipi di abitazioni tradizionali sono le case di paglia Minka, le residenze dei samurai, le case da thè, le trattorie tipiche, i rifugi di montagna e i ritiri Haokone.
I Kuri sono magazzini tradizionali, riconoscibili dai loro muri spessi, d'intonaco bianco, progettati per proteggere le merci di valore dagli incendi.

Stili unici di architettura hanno preso forma nel periodo Heian (794-1185). I palazzi e le case costruite durante questo periodo avevano elaborate sale di ricevimento, giardini scolpiti e travi in legno poggianti su pilastri. L'interno aveva pavimenti in legno con divisori fissi, schermi singoli e pieghevoli, tatami e altri materiali leggeri che permettevano di definire e modificare gli spazi liberamente.

La casa giapponese tradizionale, come lo conosciamo oggi, ha le sue origini nelle case dei ricchi agricoltori nei primi anni del periodo Edo (1603-1868) costruite con strumenti e metodi importati dalla Corea e Cina. L'interno ha pavimenti in legno con divisori fissi.

Attualmente nelle aree urbane, la ricerca del nuovo e la voglia di riqualificare prevale sulla volontà di conservazione. Molte case tradizionali sono andate perse perché i loro proprietari non possono pagare l'imposta di successione (che può raggiungere il 75 per cento del valore della proprietà) quindi sono costretti a vendere a chi ricostruisce.




Case con tetti di paglia

Le case coloniche Minka, a più piani, con tetto di paglia venivano progettate con scopi utilitaristici per grandi famiglie allargate con 40 o più persone, che vivevano ai piani alti, mentre gli animali domestici erano tenuti al piano inferiore. Il calore e la luce erano forniti dal fuoco di un camino centrale nel piano conosciuto come irori. La mancanza di finestre rendeva l'interno simile a una caverna. Il posto migliore per vedere queste case è Shirakawamura. Queste costruzioni sono anche chiamate gassho-zukuti, in riferimento al fatto che sembrano braccia nell'atto di pregare.
Edificate con un impegno comune, soprattutto dai seguaci della setta del buddhismo Jodoshinshu, le gassho-zukuti erano in genere costruite con tavolette non verniciate, con pareti di fango e senza usare un solo chiodo.

I tetti di paglia possono avere fino a un metro di spessore ed erano intrecciati a mano e legati alle travi della casa con corde di paglia. Si estendevano quasi fino a terra e le finestre erano solo nella parte anteriore e posteriore delle case. Le case di grandi dimensioni erano a quattro piani inclusi gli spazi per l'allevamento dei bachi da seta.

Ai giorni nostri i tetti di paglia sono sostituiti ogni 30 o 40 anni, di solito in aprile. Il lavoro deve essere fatto rapidamente, in modo che la casa non sia danneggiata dalla pioggia. Fino a 500 persone partecipano a sostituire un unico tetto. Con tutto questo lavoro il costo può arrivare fino a 170.000 Euro. Ogni anno vengono ristrutturate in questo modo tre o quattro case, con il generoso assorbimento dei costi da parte del governo.

Queste dimore tradizionali si possono vedere soprattutto a Gion e Kyoto. Una costruzione di sei metri di larghezza e 30 metri di profondità, con sei camere con pavimento a stuoia di tatami vale circa 420,000 dollari. Oggi ne sono rimaste solo 30.000 (rispetto a 600.000 abitazioni moderne).

Caratteristiche di una casa tradizionale

Una casa tradizionale giapponese oggi è di legno con pavimenti in tatami (copertura per pavimenti composta di 5 cm. di spessore di paglia pressata, rivestita da pannelli di canne), porte scorrevoli shoji, pareti in legno, porte laccate, muri di argilla, soffitto a cassettoni, un tetto di tegole, muri di legno e gesso.


I giapponesi hanno inventato porte e pareti scorrevoli. Nelle case tradizionali le pareti scorrevoli sono di carta pesante, separano una stanza da un'altra e possono essere aperte o rimosse per creare un unico grande ambiente. Alcune case hanno muri spessi solo in inverno che possono essere sostituiti con quelli estivi sottili.

Il tokonoma è una nicchia destinata ad ospitare una composizione floreale, un'opera d'arte in stile Zen o un rotolo calligrafia. Molte case moderne vengono costruite senza un tokonoma. Il genkan è la soglia tradizionale, la zona d'ingresso, dove le persone lasciano le loro scarpe.

Molte case hanno piccoli altari shinto o buddhisti. Visitando una casa giapponese, una delle prime cose che fa il padrone di casa è mostrare le foto degli dei familiari in vita e degli antenati morti conservate sull 'altare buddhista che è spesso vicino o nel tokonama.

I giapponesi, tradizionalmente intrattengono gli ospiti nella sala d'ingresso, oppure in una sala di accoglienza o di soggiorno-sala da pranzo. E' molto insolito per un visitatore entrare in cucina o nelle camere da letto e poter girare per la casa.

Molte case hanno gli shoji (schermi scorrevoli di carta pesante) al posto delle pareti. Gli Shoji diffondono una luce morbida e naturale.




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